Roberto Colarossi

Nato a Roma nel 1938. Diplomato da ITI G. Galilei, di Roma nel 1959. Servizio militare di leva (1960-61) a Cuneo, Napoli, Verona. Lavoro: Genova 1961-62, Anzio 1962-2003. Residente a Roma (1938-64), Anzio (1964-2025) e Roma (dal 2025). Pensionato dal 2003. La mia è stata una vita vissuta intensamente, fin dall’inizio, quando la scena era impegnata dalla dittatura, dalla logistica con il carretto, con le porte di casa aperte per permettere a chiunque di entrare, senza timore alcuno, con il cibo razionato, e con gli spostamenti personali limitati dai pochi mezzi di trasporto individuali, che c’erano e non c’erano, con mezzi di comunicazione limitati, se non proprio inesistenti. Ho vissuto la guerra guerreggiata, quella con i morti, la fame, la distruzione e la Guerra Fredda, e questa la sto ancora vivendo, nel timore costante che si trasformi in un’altra guerra vera, l’Armageddon, il Giudizio Finale. Sono un irriducibile per costituzione, uno che non si ferma mai, davanti a nessuna difficoltà: nello studio, sebbene non mi ritenga una cima eccelsa; nel lavoro che fortunatamente non mi è mai mancato, mi è sempre piaciuto e non mi ha mai stancato; nelle attività sportive, che ho praticato sempre, con accanimento, coinvolgendo molto le persone che hanno praticato sport con me, senza eccellere però, perché, pur avendo un fisico prestante, non ho mai ritenuto di avere la stoffa del campione. Non mi sono fatto mancare neanche gli hobby, in special modo quello del cercatore di funghi, vera passione, o quello della pesca, altra grande vera passione, che ho praticato quasi in tutti i modi dello scibile umano, mostrando in questo una stoffa da campione vero. Non mi sono fatto mancare neanche la passione per la cucina e questa ancora mi prende e mi prenderà fino all’ultimo respiro. Posso dire di non amare molto il cibo al ristorante, pur se qualche volta, per esigenze d’altri, ne ho fruito; quello che più preferisco è il cibo che preparo soprattutto per me stesso e, pure questo, lo preparo con grande vera passione. Ho avuto qualche avversità nella mia prima vita, quella che ho vissuto per cinquanta anni accanto a un’altra donna, che pure ho amato e che mi ha dato cinque figli: avversità che sono state causa di dispiaceri, per cui non ho saputo né potuto trattenere le lacrime, ed a causa di amici che non si sono dimostrati tali. Ho avuto qualche nemico, verso i quali non serbo né ho mai serbato rancore, ma ho avuto anche tanti amici, amici veri, amici che non sempre ho occasione di frequentare o di vedere, con i quali, però, quando ci si incontra si riparte dal momento in cui ci siamo visti l'ultima volta.